Gianluca
Lombardo

Sisifo è il mortale che osò sfidare gli dei dell'Olimpo, e per questo condannato da Zeus a spingere per l'eternità, su per un monte, un enorme masso che, raggiunta la cima, sarebbe rotolato a valle imponendo a Sisifo un ennesimo sforzo. Da questa figura della mitologia antica, nasce il mito omonimo che si impernia attorno alle questioni di quanto grande sforzo occorra per la costruzione, e quanto poco per abbattere ciò che si è costruito. Al mito non interessano le ragioni della punizione addotte dagli dei: il mito è umano, e descrive quindi, dal punto di vista umano, l'ellissi semantica che associa lo sforzo alla sua inutilità, l'arrivo con una nuova partenza; quasi, si direbbe ma con le dovute differenze, la beffa all'inganno. Narra della fatica, estenuante e vacua, che è necessaria per il raggiungimento di una vetta così fragile, il cui guadagno mai può essere pari al lungo cammino che ce la distanzia. È nella reiterazione che l'umanità trova l'atroce, nella condanna a compiere l'uguale senza variazioni né di tragitto né di comportamento. È a suo modo una mise-en-abyme "attiva" e partecipe, dove l'atto del compiere e non del subire accresce la pena.
Da una rivisitazione del mito nasce questa trilogia di video, nei quali la metafora dello sforzo e della precarietà sono resi attraverso la costruzione di un castello di carte, così raro e difficile da completare fino alla sommità, così fragile, e così rapido e facile alla rovina: un solo secondo che ci consegnerà alla morte a cospetto di una lunga vita di fatica e quotidiano esercizio.
Sisifo costruisce il suo castello, lo vede abbattersi, ma sa anche che lo ripeterà, che la fine è equivalente ad un nuovo inizio, che lo sforzo disatteso dalla caduta è, per virtù dell'arte e dello spirito, circolare alla rinascita: l'arte compie una sovrapposizione tra opposti che non esiste nella vita, fa combaciare i lembi di un vissuto che solo memoria e storia sanno sartorialmente stendere, tagliare e cucire. Ecco perchè in Sisifo_2 la caduta coincide esattamente all'elevazione. Ma non è solo un evento catartico: in sé contiene anche la consapevolezza che questa equivalenza tra opposti nullifica lo stesso desiderio di resurrezione: morte e vita, caduta e ricostruzione, equivalsi, non fanno che richiudersi a cerchio, compiendo un'andata-e-ritorno che Sisifo conosce bene. E ciò che è stato sarà sempre: l'inizio del video è identico alla sua fine.

Gianluca Lombardo